Dove Siamo

Ragalna, una piccola cittadina posta sul versante Sud-Ovest dell’Etna, conta di una peculiarità architettonica insistente sul suo territorio: il palmento.
D’altronde, l’attività economica del paese è sempre stata quella agricola, grazie alla fertilità del suolo ragalnese: numerosi sono infatti i frutteti, gli oliveti ed i vigneti insediati sul terreno lavico e quindi fortemente fertile. A partire infatti dalla quota di 500 m slm fino ad arrivare ai 1.300 m slm, la cosiddetta zona coltivata o pedemontana del territorio ragalnese, la produzione agricola riguarda la vite e molti alberi da frutto come ulivi, peri, meli, fichidindia, pistacchi, nonché graminacee e cereali. Queste coltivazioni hanno luogo principalmente lungo lo sviluppo di Via Canfarella, una strada in forte pendio che costituiva l’arteria comunale Paternò-Ragalna: si tratta di un “vallone” naturale formatosi grazie all’azione dell’acqua piovana che scorreva a valle attraverso canaletti e condotte formatesi naturalmente, collegate con i terreni coltivati adiacenti.

Dato quindi l’accento prettamente agricolo della cittadina, è facile riscontrare un gran numero di edifici rurali disseminato sul territorio: numerose sono le masserie, le case di campagna ed i palmenti. Difficile è però fare una stima precisa sul numero di questi fabbricati esistenti: si possono rilevare i più grandi e significativi, dove tuttora si conservano le originarie conformazioni e gli antichi macchinari di lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli. Ormai solo di pochissimi palmenti sono rimaste tracce di esistenza, perché i vigneti si sono abbondantemente ridotti e i locali sono stati demoliti o hanno subito un cambio di destinazione d’uso.
I palmenti alle pendici dell’Etna risalgono circa alla prima metà del ‘700, periodo segnato dal devastante terremoto dell’11 gennaio 1693 che, partendo dalla Val di Noto, si estese fino al territorio etneo e colpì i fabbricati, danneggiandoli o provocandone il crollo. Durante una prima fase di ricostruzione di questi antichi edifici danneggiati dall’evento sismico, si operò su una base di schemi tipologici e soluzioni costruttive già in uso nel 1600. Solo intorno alla seconda metà del ‘700 gli edifici riadattati vennero gradualmente sostituiti da impianti sempre più solidi ed efficienti.: l’ampliamento dei palmenti e delle modeste cantine edificate in precedenza divenne necessario anche a seguito dell’incremento dell’efficienza dei processi di vinificazione e dell’incremento dei volumi produttivi, dovuti all’aumento considerevole della coltivazione della vite: così gli edifici destinati alla produzione vinicola vennero rinnovati e coinvolsero le nuove residenze dei proprietari fondiari che vi alloggiarono nei periodi di vendemmia e villeggiatura.